

Paralizzato da Sla torna a parlare in modo fluido con l'IA
Grazie a BrainGate2, trasforma in parole i segnali cerebrali
Aiutare le persone affetta da Sla a tornare a parlare in modo fluido e naturale: è il traguardo raggiunto dalla nuova interfaccia uomo-macchina BrainGate2 realizzata dal gruppo di ricerca dell'Università della California a Davis, guidato da Sergey Stavisky e pubblicato su Nature. Si tratta microelettrodi impiantati nel cervello che hanno permesso a un paziente di tornare a parlare traducendo i suoi segnali cerebrali in tempo quasi reale. Il dispositivo è stato sviluppato e testato al momento su un unico paziente, un volontario affetto da sclerosi laterale amiotrofica, a cui sono stati impiantati 4 elettrodi nel cervello. Al paziente è stato poi chiesto di provare a pronunciare delle frasi mostrate su uno schermo e i segnali elettrici prodotti dal suo cervello sono stati usati per addestrare una IA che ha identificato correlazioni tra le parole scritte e i segnali dei neuroni. Dati che sono stati trasformati poi in parole. Si è passati così dal comprendere appena il 4% delle parole dette dal paziente alla comprensione del 60% grazie alla voce sintetizzata, fino alla capacità di poter anche cantare semplici melodie. "I risultati di questa ricerca - ha detto David Brandman, uno degli autori dello studio - offrono speranza a chi vorrebbe parlare ma non può". Allo stesso tempo però, sottolineano gli stessi ricercatori, il lavoro fatto è ancora troppo limitato, su un solo paziente, per poter giungere rapidamente a una tecnologia disponibile su larga scala.
W.Prendergast--NG